CRISTINA COSTARELLI ANP

Cristina Costarelli
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CUSANO NEWS-APPROFONDIMENTO 23-12-2022
RAI TG1 20-12-2022 ORE 13:00
RAI1 MATTINA IN FAMIGLIA 08-01-2023


Emergenza suicidi tra i giovani, i presidi:
“Serve lo psicologo nelle scuole”

Cristina Costarelli, dirigente del 'Newton' di Roma e presidente di Anp Lazio:
"Sbagliato dare tutta la colpa alla scuola: i voti sono formativi.  Ma la competizione resti fuori dalle aule".


Pubblicato:05-12-2022 14:13
ROMA – Riccardo Faggin, lo studente di infermieristica morto in un incidente stradale a Cinto Euganeo, è solo l’ultimo dei giovani che non hanno saputo reggere il peso di una carriera di studi non perfetta. A inizio ottobre, un altro studente ha deciso di togliersi la vita lanciandosi dal Pontelungo di Bologna: aveva detto a tutti che si sarebbe laureato il 7 ottobre, ma in realtà alla tesi mancavano ancora molti esami.
La fragilità tipica dell’età della formazione sembra essere diventata ancora più drammatica per i giovani reduci da una pandemia che li ha costretti in casa per due anni. A rilevare il fenomeno, sono soprattutto i docenti e i dirigenti scolastici che ogni giorno li vedono attraversare i corridoi delle scuole. “C’è una maggior fragilità, questo è evidente- spiega alla Dire Cristina Costarelli, dirigente scolastica del liceo ‘Newton’ di Roma e presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio- con il Covid è cambiato qualcosa, ma è difficile quantificare. Anche le famiglie hanno difficoltà a gestire queste situazioni, perchè i ragazzi sono sempre più chiusi e fanno fatica a parlare ed aprirsi. Per questo c’è bisogno di un supporto psicologico nelle scuole“.
Ma per la dirigente scolastica trovare un’immediata correlazione tra un voto negativo e il gesto estremo di uno studente, è sbagliato e non veritiero. “Negli ultimi tempi la questione del voto si sta strumentalizzando. A livello pedagogico si può analizzare cosa sia meglio tra voto e giudizio. Ma il voto è uno strumento di educazione- sottolinea Cristina Costarelli- Non è dal voto che si crea competizione, perchè nel sistema scolastico il voto viene accompagnato da una spiegazione legata al percorso dello studente. Noi non facciamo competizioni. Poi sicuramente i ranking delle scuole superiori non aiutano. Ma queste sono dinamiche esterne alla scuola, legate al mondo del lavoro, che provano a entrare anche nella scuola pubblica: non è il sistema scolastico che porta alla competizione”.
Test di accesso alle facoltà universitarie sempre più precoci, selezione degli studenti più brillanti fin dai primi anni di scuola superiore sono i sintomi di un’ansia da prestazione avvertita come opprimente e stressante per i giovani. “Ma colpevolizzare la scuola o le università è troppo facile– aggiunge Costarelli- La scuola cerca di fare tutto il possibile per i suoi studenti: docenti e dirigenti si impegnano per comprendere le problematiche dei giovani, ma gli alunni hanno difficoltà ad aprirsi, ad esprimersi. Quindi se è vero che le famiglie non hanno strumenti, è anche vero che la scuola da sola non può gestire il problema“. Per questo la preside sottolinea la necessità di un supporto psicologico all’interno delle aule. “Dalla fine dell’emergenza sanitaria, lo psicologo scolastico non viene più finanziato dal ministero dell’Istruzione- ricorda Costarelli- la nostra scuola ha deciso di tenerlo, finanziandolo autonomamente, ma molte scuole non possono permetterselo. Sicuramente non è una soluzione a tutti i problemi dei giovani, ma uno psicologo a scuola può essere un valido strumento di supporto in un momento in cui ancora i ragazzi risentono degli effetti del lockdown”.
RAI TG1 20-12-2022 ORE 20:00
ROMA DI SERA 12-12-2022
CRISTINA COSTARELLI


Nata a Roma il 20 luglio del 1971, posso affermare che la mia è una vita nella scuola e per la scuola: entrata direttamente in ruolo nel 1991, tramite pubblico concorso, sono Dirigente Scolastico dal 2014, con 5 anni di esperienza nell’IC Levi Montalcini di Roma (di cui uno in reggenza) ed ora al terzo anno di incarico presso il liceo scientifico Newton di Roma: l’esperienza maturata copre la massima ampiezza del percorso scolastico, dall’infanzia alle superiori, sempre in servizio nella scuola dal 1991. Come dirigente del liceo Newton ho avviato, al secondo anno di incarico, la realizzazione del modello DADA (Didattica per Ambienti Di Apprendimento), aprendo un percorso di forte innovazione.
Dal febbraio 2018 svolgo l’incarico di vicepresidente della sezione ANP Roma; all’interno delle sezioni di Roma e del Lazio gestisco il Comitato di formazione, mi occupo della relazioni sindacali nel tavolo di contrattazione con l’USR Lazio, seguo i rapporti con gli enti locali: Comune, Città Metropolitana di Roma Capitale e Regione Lazio. Con il team di ANP Roma e Lazio ho guidato l’organizzazione di importanti convegni, stabilendo e curando contatti con Università, associazioni culturali, intellettuali e giornalisti: uno dei più significativi è stato, nel 2019 il convegno “Innovare l’insegnamento, superare le barriere”, in collaborazione con il Centro Erickson e l’Ambasciata di Finlandia. Quotidianamente svolgo attività di consulenza ai soci.
Dal 2018 sono impegnata in attività di formazione per Dirscuola, Anp Roma e Lazio, Eni Scuola (percorso di formazione sulla Didattica per Competenze, per la scuola secondaria e per la primaria).
A ciò si aggiunge la pubblicazione di articoli in riviste del settore scolastico e numerose azioni comunicative attraverso organi di informazione quali testate giornalistiche e canali radio e televisivi nazionali.
Come formazione personale, oltre ad aver conseguito la laurea in filosofia, sono diplomata in pianoforte al Conservatorio di Santa Cecilia, con la ripresa dell’attività esecutiva proprio nell’ultimo anno.


Costarelli (Anp) sulla DaD:
le scuole la dovrebbero sfruttare al massimo a prescindere dal Covid

Di Redazione -
La posizione espressa dal Ministero il 28 agosto scorso di non consentire la Ddi agli alunni positivi è stata letta da molti come la negazione della Ddi, quasi che il discorso della didattica digitale integrata debba ridursi al Covid. Ecco, il problema è posto male: le potenzialità della Ddi non hanno nulla a che vedere con il Covid; l’emergenza ce le ha fatte scoprire su larga scala, ma gli sviluppi sono ampiamente da percorrere. È sicuramente uno strumento importante anche in caso di assenze scolastiche, senza dubbio per le assenze lunghe, fondamentale da inserire in eventuali Pdp per alunni che possono avere difficoltà alla presenza scolastica. Per assenze brevi l’esperienza ha fatto emergere come sia uno strumento più difficile da gestire che comunque dovrebbe essere esteso, in caso si approvi la sua utilità, a tutte le assenze: perché chi ha il mal di stomaco non dovrebbe fruire della DDI? Ed inoltre, quando l’assenza è di pochi giorni, tra la comunicazione e l’organizzazione, arriva già il momento di rientrare a scuola. Va anche detto che la presenza a distanza ha anche delle ricadute di affaticamento didattico per i docenti, che devono seguire contemporaneamente chi è in aula e chi a distanza, oltre a disorientare lo stesso gruppo classe.
E poi, dovremmo cercare anche di lasciare agli alunni il diritto alla malattia: in pieno Covid non pochi genitori scrivevano quasi a giustificarsi per il figlio che stava molto male e non poteva connettersi a distanza!
Ma soprattutto la DDI dovrà diventare realmente uno strumento didattico: per ampliare, per integrare, per creare connessioni tra un gruppo classe a Roma ed uno all’estero e molto, molto altro. E su tutto questo l’autonomia scolastica può trovare le soluzioni più creative, come già si sta facendo in tante realtà.
Come strada in caso di assenze scolastiche, una cornice generale a livello ministeriale è necessaria per non generare disparità nella fruizione del diritto all’istruzione e per i profili giuridici e amministrativi che la questione porta con sé. La presenza a distanza andrebbe considerata presenza agli effetti del monte ore minimo per la validità dell’anno scolastico? E se la permanenza in DDI si protraesse per lunghi periodi, in che modo si procederebbe alle attività di valutazione? Quale valore giuridico avrebbero le prove di verifica a distanza? Tutto questo non può essere lasciato all’autonomia delle scuole: sarebbe contro le pari opportunità formative la situazione per cui in una scuola fosse concessa la DDI per un raffreddore, mentre nella scuola a pochi metri di distanza potrebbe non essere concessa per un’assenza motivata di 30 giorni.
Per cui, da un lato potrebbe essere percorribile anche la decisione di consentire la DAD per assenze più o meno lunghe (non solo per il Covid), ma soltanto sulla base di una posizione ministeriale univoca che non crei disparità per gli alunni; da un altro lato, didatticamente, le scuole, sfruttando al massimo la proprio autonomia didattica, dovrebbero sviluppare al massimo le potenzialità della DDI, indipendentemente dal Covid e dalle assenze.
Cristina Costarelli, presidente Anp Lazio
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CRISTINA COSTARELLI
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